Insieme alla Prof Vivarelli, oggi in classe abbiamo studiato la poesia barocca, in particolare il poeta napoletano Giovan Battista Marino (1569-1625), di cui abbiamo analizzato la poesia “Donna che si pettina“. In seguito ne abbiamo svolto la parafrasi. Ecco la versione di Elvira:
I tuoi capelli sembravano onde dorate
attraversate da una navicella bianca come l’avorio,
mentre con la tua mano candida, toccandoti i capelli compivi movimenti delicati e preziosi.
Dividevi le tue onde in una riga dritta,
Amore raccoglieva i biondi capelli così separati,
destinati a essere legati come catene, in trecce che tengono avvinti i polsi
di chi vorrebbe non amare.
L’immenso splendore dei capelli, mossi leggermente dalla brezza,
mostra la tua bellezza pericolosa,
e io sono destinato a morire d’amore.
In questo mare ormai non più tranquillo,
mi lascio andare nella mia tempesta, dove lo scoglio
splende come il diamante ed è prezioso come l’oro.