Caro diario vecchio e malandato, oggi mi ritrovo qui in quella che si direbbe la mia stanza, con un letto di legno e paglia e qualche straccio sparso sul pavimento. Quanto mi piacerebbe vivere da nobile…farebbero tutto gli altri, vivrei in un castello bellissimo e indosserei tanti nuovi abiti. Ma ahimè, questa è la mia umile vita da sarta. Sento mia madre chiamarmi, mi dice che dobbiamo andare a vendere i vestiti che ho cucito ieri notte. Scusa, caro diario, ora devo proprio andare.
Scendo le scale e trovo mia madre pronta per andare al mercato. “Coraggio, Elena, andiamo!”…”Sì, madre.” Rispondo sospirando. Dopo poco arriviamo in strada, esponiamo i vestiti e aspettiamo nuove persone. Ad un certo punto passa una carrozza, dalla quale intravedo uno sguardo femminile. La carrozza si ferma tutto d’un tratto, quasi mi spavento; ne esce una giovane ragazza nobile. Alta, snella, con lunghi capelli dorati raccolti in una bellissima acconciatura. Indossa un vestito ampio con uno strascico lungo 2 metri color crema e ornato da pizzo color oro. Si avvicina lentamente a me con aria amichevole, e mi chiede sorridendo: “Quanto costano questi vestiti meravigliosi?” Io rispondo: “ 10 monete, signorina”. Le sorrido. Lei risponde “ Benissimo, allora ne prendo 5”. Preparo i vestiti, li piego e glieli do. La misteriosa ragazza mi paga. Poi se ne va, dopo aver salutato gentilmente. Torno al mio lavoro e vedo passare il figlio dell’imperatore, Nicolò, il quale era solito a passeggiare nel mercato nel tempo libero. Quanto è bello… Avevo preso una cotta per lui all’età di 10 anni e adesso all’età di 15 anni deve scegliere la sua sposa, se solo potesse scegliere me…Ma che dico! Come potrebbe un nobile innamorarsi di una come me. Mentre penso a tutto questo, Balto, il mio cane, scompare. Preoccupata lo cerco per tutto il mercato, dalle grandi vie a quelle più piccole e strette, e alla fine lo trovo. “Oh, mio Dio, è vicino al figlio dell’imperatore! Preoccupata, lo richiamo e vado da lui. Nicolò mi sorride e mi dice: “Che bel cane, è tuo?” Io arrossisco e rispondo: “Ehm, sì”. Lui capisce subito che mi sento a disagio e forse per farmi intuire il suo interesse mi chiede come mi chiamo. Gli rispondo “Elena” e lui sorridendo mi dice: “Che bel nome, bella fanciulla” . Mi sento sprofondare e arrossisco. Lui mi guarda negli occhi e mi sorride dolcemente. Gli dico che si sta facendo tardi e che devo andare, mentre mi volto mi stringe un polso e mi dice: “Ricordati che sei una bellissima ragazza “. Mi bacia la mano e mi dice che gli avrebbe fatto piacere se fossi andata al ballo del castello che si sarebbe tenuto la sera dopo. Gli rispondo sorridendo che ci sarei andata. Ci salutiamo. Una volta nella mia stanza, mi butto sul letto felicissima e urlo di gioia. Poi la felicità sparisce e iniziano ad assalirmi le preoccupazioni riguardo l’abito che avrei dovuto indossare. Decido di cucirlo da sola. Esco e torno al mercato per comprare nuove stoffe. Visto che qualche ora prima la ragazza della carrozza mi aveva pagata abbondantemente potevo permettermi stoffe più pregiate, scelgo quella bianco crema e del pizzo bianco panna per la gonna ampia e sfarzosa. Lavoro duramente tutta la notte ma alla fine l’ho creato, il mio prototipo di abito è riuscito ed è bellissimo. Ha il corpetto con una scollatura semplice e una gonna ampia che finisce in uno strascico non troppo lungo. La gonna è anche ornata di pizzo bianco panna. Alla sera del fatidico giorno sono molto tesa e ansiosa ma anche felice e vado da mio fratello Brando. Aspetto che sia pronto e poi andiamo. All’entrata del castello vi sono guardie, le quali ci fanno passare dopo qualche minuto. Appena entrati rivedo la ragazza della carrozza, è ancora più bella del giorno prima. Decido di andarle a parlare e subito facciamo amicizia. Le presento mio fratello e lei arrossisce e rimane stupita come se lo conoscesse già. Allora sorrido e dico “ Vi lascio un po’ da soli così vi conoscete meglio.” E decido di andare a cercare Niccolò tra la folla. Sono nervosa, lo ammetto, ma ho tanta voglia di rivederlo. Eccolo lì che scende le lunghe scalinate del castello, mi vede e mi viene incontro. E’ bello come sempre, mi prende la mano, la bacia nuovamente e mi dice: “ Sei ancora più bella di ieri, principessa”. Io gli rispondo: “Grazie” e mi metto una ciocca di capelli dietro le orecchie. Lui non resiste e mi bacia sulla guancia. Lui sorride,mi prende per mano e mi porta a ballare. Mentre balliamo parliamo a lungo. Poi gli chiedo se avesse già scelto la sua sposa e lui risponde di sì. Il mio sorriso diviene triste, sto per svenire. Lui ride ed esclama: “ Non ti ho ancora detto chi sarà la mia sposa” “ Chi sarebbe?” chiedo. “ Tu!” Sento le farfalle nello stomaco, si avvicina a me e mi bacia dolcemente. Dopo un mese circa sia io che Ginevra ci sposiamo. Lei con mio fratello Brando ed io con il ragazzo che amavo sin da bambina, Niccolò. Siamo andati tutti a vivere nel suo castello dove ancora oggi siamo vicini e contenti.